Padova Jazz Festival 2024

Lakecia Benjamin ‘Phoenix’

© Elizabeth Letizell

Lakecia Benjamin – sax alto
EJ Strickland – batteria
Elias Bailey – basso
Michael King – piano

A guardala è davvero glamour, con quello stile tra club culture e afrofuturismo. Sicuramente con Lakecia Benjamin il jazz torna a essere spettacolo, rispolverando un antico insegnamento del sempre infallibile Miles Davis: che l’artista deve essere consapevole di trovarsi su un palcoscenico e non nel proprio garage.

Ma chiudendo gli occhi e limitandosi all’ascolto, ebbene, le cose si fanno davvero serie. Serie, mica seriose: la musica di Lakecia è travolgente, impetuosa, rinnovatrice ma senza forzare la mano con inverosimili negazioni del jazz venuto prima di lei. Il suo è un innovativo sound jazzistico proveniente da New York: cangiante e poliedrico, ritmicamente incalzante, iniettato di funk per lo slancio e di R&B per l’espressività.

In tutta questa evocativa appariscenza quel che conta è che palesemente Lakecia ha una formazione, una base, dei ‘fondamentali’ assolutamente ferrei, uniti a quell’estroso tocco personale in più che la rende immediatamente riconoscibile. Una compresenza di elementi rara e che nel migliore dei casi, come pare essere quello di Lakecia, porta a una impetuosa scalata ai vertici del jazz internazionale.

Originaria di New York, impugna il sassofono dall’età di dodici anni, dedicandosi inizialmente alla musica da ballo latina, cosa naturale nella comunità di Washington Heights nella quale è cresciuta.

Inizia a interessarsi al jazz durante gli anni alla high school. Passa quindi agli studi universitari alla New School di New York: qui trova in Gary Bartz il suo primo mentore e studia anche con Billy Harper, Reggie Workman, Buster Williams, Joe Chambers. Il primo ingaggio glielo offrì Clark Terry. Poi vennero le collaborazioni con Anita Baker, la Count Basie Orchestra, Harry Belafonte, la Duke Ellington Orchestra, Jimmy Heath, Vincent Herring, Charlie Persip, Gregory Porter, Rashied Ali, David Murray, James ‘Blood’ Ulmer, Kool & the Gang, Macy Gray, Stevie Wonder… Praticamente l’enciclopedia universale della musica black, ai massimi livelli che si tratti di jazz, funk, pop.

Lakecia Benjamin affronta la musica nel modo più ampio e trasversale, come ha dimostrato mescolando generi e sonorità differenti nel suo debutto discografico: Retox (2012). Poi dopo un lungo silenzio sono arrivati Rise Up (2018), il maiuscolo Pursuance: The Coltranes (2020) e la grande prova di maturità di Phoenix (2023), che esibisce sonorità, assolo e un mix stilistico possenti. E a riprova di quanta serietà ci sia dietro il look sbarazzino, basta citare le personalità che l’hanno accompagnata in queste produzioni. Per Pursuance: The Coltranes, Lakecia aveva invece convocato in studio Gary Bartz, Steve Wilson, Greg Osby, Regina Carter, Reggie Workman, Meshell Ndegeocello, Dee Dee Bridgewater, Jazzmeia Horn (e chiediamo scusa ai molti non menzionati). In Phoenix si incontrano Terri Lyne Carrington come producer, Dianne Reeves, Wayne Shorter e altri come guests. Il programma musicale di Phoenix ha poi trovato una nuova incarnazione: l’album Phoenix Reimagined (2024), realizzato in modalità live in studio, con ospiti come John Scofield, Randy Brecker e Jeff “Tain” Watts.

BIGLIETTI
Intero da €18 a €30
Ridotto da €15 a €25
Posti numerati

VENDITE
Online sul sito: biglietteria.teatrostabileveneto.it
Presso la biglietteria del Teatro Verdi
(+ diritti di prevendita)

SPECIALE STUDENTI
Biglietto unico studenti €10
Valido per qualsiasi studente di ogni istituto, su presentazione di badge che lo attesti
Disponibile solo presso la biglietteria del Teatro Verdi, fino a esaurimento (disponibilità limitata, solo posti in galleria)

ABBONAMENTO
Tre concerti serali al Teatro Verdi:

14/11: Richard Bona + 15/11: Lakecia Benjamin + 16/11: Billy Cobham
Intero 80 euro; ridotto 68
Posti numerati solo platea e pepiano